Luogo
Corte d’Appello Milano
UNIONE NAZIONALE CAMERE CIVILI INTERVENTO APERTURA ANNO GIUDIZIARIO 2007 L’Unione Nazionale delle Camere Civili e le Camere Civili Territoriali, non possono non esprimere la loro più grave preoccupazione per lo stato della Giustizia civile, che trova, purtroppo, riscontro anche nelle reiterate condanne della “Corte Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo”, in conseguenza della sistematica violazione del termine di ragionevole durata dei processi, stabilito dall’art. 6 della Convenzione e nella conseguente decisione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, di porre l’Italia “sotto osservazione”. Per tentare di ovviare a tale stato di cose, i precedenti governi hanno cercato “scorciatoie” mediante reiterati interventi settoriali e l’istituzione di nuovi riti speciali che, nelle loro intenzioni, avrebbero dovuto assicurare maggior celerità ai procedimenti. E’ a tutti noto che, nello scorcio dell’ultima legislatura, è stata approvata una miriade di modifiche al processo civile, in quello che è stato definito come un vero e proprio “tsunami” legislativo. A tale “alluvione” di interventi legislativi – come era prevedibile – non ha affatto corrisposto una maggiore funzionalità e celerità della giustizia civile ma, al contrario, si sono aggravati ed aggiunti nuovi problemi interpretativi, che terranno occupati, per anni, magistrati ed avvocati. In siffatta situazione si prende atto che l’attuale Presidente del Consiglio, in oc-casione del “vertice” dei giorni scorsi a Caserta, ha dichiarato l’intenzione del Governo di rafforzare “gli strumenti di tutela giurisdizionale, ampliando la possibilità di ricorrere alla tutela giudiziaria, anche per difendersi da soprusi di lieve entità” ed ab-bia altresì mostrato la propria preoccupazione per i tempi della giustizia, che “troppo spesso ostacolano lo sviluppo economico”. Si rileva però che tali dichiarazioni contrastano con i drastici tagli apportati alle spese di giustizia e che, inoltre, gran parte dei punti programmatici enunciati dal Ministro Mastella, non sembrano muoversi nella direzione auspicata, ma preannunciano solo nuovi interventi disorganici e spesso di pura “facciata” (come quello della ridu-zione della sospensione dei termini feriali da 45 a 30 giorni). * * * L’Unione Nazionale delle Camere Civili evidenzia che l’unica seria soluzione può trovar luogo in un confronto, in tempi brevissimi, fra i rappresentati della politica e del governo ed i soggetti che operano nella giurisdizione (avvocati e magistrati): in altri termini l’indizione di quell’”Assemblea Nazionale per la Giustizia”, richie-sta da tempo dall’Avvocatura. Che è poi ciò che ha indicato anche il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, in occasione dell’ultimo incontro del 20 novembre u.s. con il Governo italiano, invitando quest’ultimo “a fornire ogni informazione complementare utile, in particolare, sull’approccio interdisciplinare seguito delle autorità italiane, con la partecipazione di tutti gli attori principali”. L’Unione Nazionale delle Camere Civili indica fin d’ora, sinteticamente, i seguenti punti essenziali: 1. Semplificazione ed unificazione dei riti del processo civile. Nell’incertezza dell’individuazione del giudice competente a conoscere la con-troversia, per la miriade di riti speciali e di norme di difficile interpretazione, ogni anno vengono emesse migliaia di sentenze da giudici di merito e di legittimità per risolvere i conflitti di competenza e di giurisdizione. E’ stato autorevolmente evidenziato che il processo civile ha carattere strumentale: “La giurisdizione civile non può essere considerata come fine a sè stessa, ma deve necessariamente essere valutata come forma di tutela dei diritti soggettivi riconosciuti dalle norme di diritto sostanziale. In questa prospettiva, pertanto, occorre tenere bene a mente che, ogni qual volta un procedimento si chiude con un provvedimento di mero rito, lo stesso viene meno al suo autentico genuino s